La riflessione domenicale

Pubblicato giorno 6 maggio 2023 - In home page, In primo piano, Riflessione domenicale

V DOMENICA DI PASQUA -A-

Letture: At 6,1-7 /Sal 32 /11Pt 2,4-9 /Gv 14,1-12

Da tanto tempo sono con voi, con te…

   Ci troviamo nella Cena del Signore e nel mezzo del colloquio confidenziale di Gesù con i suoi.

Di solito si dice che è la Cena di addio, con tratti di malinconia per il distacco imminente e doloroso. Eppure il tono del dialogo appare sereno perché Gesù parla ormai come il Signore glorificato.

È il mistero della Cena del Signore che si ripete e si rinnova da duemila anni ormai.

E nella Cena Gesù è presente. È sempre presente nell’atto di donarsi all’umanità ed è come già risorto e glorificato, presente e assente nello stesso tempo, vicino e non visibile, anzi visibile nella fede e, nella fede, operativo e in azione.

A vivacizzare la conversazione è un apostolo di nome Filippo, che dice: Mostraci il Padre, e ci basta.

Gesù gli risponde: Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre.

La domanda è rivolta a tutti noi. Il Signore è con noi da tanto tempo. Ci ha accolto quando siamo venuti, portati in braccio nel battesimo. Ci ha seguito nella crescita in questa parrocchia, o comunque in una comunità che ci ha aiutato a crescere e ci ha portato alla Prima comunione e alla cresima…

Alla cena del Signore abbiamo partecipato varie volte, chi più in prima fila e chi un po’ più defilato, ma in modo indimenticabile. Il Signore può dirlo: Da tanto tempo sono con voi, con te… e tu non mi hai ancora conosciuto bene. Forse sei abituato ad avermi con te. Anche chi lo frequenta ha bisogno di chiedersi cosa significhi appartenere al Signore e avere una consuetudine di vita con lui. Abituati magari ad avere il Signore con noi, si fa fatica a credere che Dio stesso si riveli nelle parole e nelle azioni di Gesù.

   Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto! Non prendiamola come un’espressione di delusione da parte di Gesù, perché è una constatazione che vale per tutti: Tu ancora non mi conosci! Gesù non si preoccupa delle prove che lo attendono, non si preoccupa di sé, ma dei suoi: la sua preoccupazione è che ora sono loro messi nella prova, adesso sono loro esposti al dubbio di avere preso una cantonata a seguirlo.

Gesù glielo ha letto in faccia, il dubbio. Sa mettersi nei panni degli uomini di poca fede e li rassicura: Vado a prepararvi un posto. Se no vi avrei mai detto? La promessa è grande e fatichiamo anche noi a misurarci con essa. Gesù è sensibile alla nostra difficoltà. È uno che ci vuole bene e dice che non si prende gioco di noi.

   Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Continua a dircelo. Intristiti per il distacco (apparente) del Signore che ci lascia soli, la nostra vita è incamminata verso il Padre. Non importa il luogo, il dove… ma l’essere con qualcuno, sapere che quella persona c’è.

Continua ad aver fiducia perché il Maestro resta vicino. Anche sentendo la tua fragilità, continua ad aver fiducia in lui. Dio ti stupirà ancora: sei nelle sue mani. Se talvolta ti sembrerà assente, ricorda che egli continua a prendersi cura di te.

La via della fede non cambia le situazioni con la bacchetta magica. La fede però nutre la capacità di distinguere, orienta le scelte, permette decisioni nuove facendo scoprire risorse inaspettate.

   Io sono la via, dice Gesù: troveremo che Dio è all’opera proprio dove meno ci si aspettava di trovarlo.